VOCI DAL BOSCO

un tentativo di sintonizzazione interspecie

Regia e drammaturgia: Elena Borgna
Attrice: Elena Borgna
Aiuto regia: Isacco Caraccio Anghilante
Disegno Luci: Rosa Vinci
Scenografia: Montserrat Ventura Gutiérrez
Costumi: Daniel Aponi Bertoncelli
Social Media Manager: Isacco Caraccio Anghilante
Fotografie: Davide Comandù, Daniele Calabretti, Rachele Ferraro

SINOSSI

Avolte crediamo di vivere in una città ma in realtà dal bosco, ovvero dalla mutua collaborazione tra i viventi, non possiamo uscirne.

Voci dal bosco è un viaggio comico e poetico nella dimensione selvatica e vegetale, un tentativo immersivo di sintonizzazione inter-specie.

Lo Spirito Selvatico, narratore della storia, attraverso le radici entra in contatto con tutti gli esseri vegetali. Gli alberi prendono parola e si presentano in un susseguirsi di personaggi comici e grotteschi: la Quercia, il Frassino, il Faggio, il Filo d’erba, la Rosa, il Carpino, il Muschio e la Primula.

In un gioco di metamorfosi successive l’attrice si fa così portavoce di punti di vista inusuali e di leggende originali che legano gli uomini, le piante, i funghi e tutti i piccoli esseri brulicanti del sottobosco.

NOTE DI REGIA

Questo spettacolo è nato grazie ad una riscoperta profonda della natura.

Ho avuto la possibilità di stare per giorni immersa nei boschi, senza avere null’altro da fare se non “vivere” e qui ho ritrovato, insieme alla mia parte bambina e gioiosa, lo stupore del guardare e ascoltare il bosco. Lo spettacolo è quindi un’opera originale, nata tra le fronde e da me scritta, diretta e interpretata. Il testo è ispirato dai personaggi e le battute sono scaturite dall’incontro tra l’umana-artista e i caratteri-vegetali in un continuo dialogo immaginativo; lo spettacolo è così cresciuto con una sua struttura grazie anche allo sguardo attento e partecipe di Isacco Caraccio, presidente di Teatro Selvatico e aiuto regista.

Ho scelto poi, per quest’opera, di utilizzare una comicità clownesca e buffonesca, perché sono convinta che, ora più che mai, per riappassionarci alle leggi del bosco abbiamo bisogno di ricontattare la natura con la gioia più che con il giudizio e la severità.

Non mancano infine sulla scena momenti poetici e rituali perché la natura è da sempre la grande musa dei poeti e la grande maestra del più grande rito che ci sia mai stato: la vita.